Nessun intermediarlo
Possibilità di scegliere la stanza preferita
Cancellazione gratuita fino a 14 prima dell'arrivo
A Pasqua si vive la tradizione. “PECHENÈR” e “BATOLES”….
Arriva la primavera e, anche se c’é ancora la neve, dal terreno già spuntano le uova colorate. Sì perché all’Olympic tutto é pronto per la Pasqua, per le batole e per pechenèr. Un’ottima occasione per venire a Vigo di Fassa: tempo mite e soleggiato, piste ancora perfette con le montagne innevate a fare da panorama e, soprattutto, la pasqua ladina con le sue tradizioni.
LE BATOLE
“Le batole” sono una specie di strumento musicale molto semplice: un’asse e un martello di legno.
Venerdì e sabato santo vengono suonate per sostituire le campane del paese, mute in attesa della resurrezione. Bisogna svegliarsi presto (tutto succede alle 6.30 del mattino) ma lo spettacolo è garantito. Quando l’alba ancora deve arrivare sono oltre 80 i volontari che battono all’unisono i loro strumenti.
Li sentirete da lontano, prima ancora di vederli arrivare.
Domenica i più piccoli potranno andare a caccia delle uova nascoste dal coniglio di Pasqua. Per qualche consiglio sui nascondigli migliori chiedete a Rosa. Non lo ammetterà mai ma ancora oggi si sveglia presto per andare a cercare il suo regalo di cioccolata.
Per i più grandi invece, domenica è l’ora della grande sfida: è tempo di PECHENÈR. E’ tutto pronto, le uova sono colorate e ognuno può scegliere il suo campione. L’uovo che dovrà dare battaglia a familiari, amici e sconosciuti nel gioco del “pechenèr”. Una sfida che va in scena in tutte le famiglie e nelle piazze della Val di Fassa, (in particolare a Penia e Campitello). Uovo sodo contro uovo sodo, vince chi rimane intero. Lo sconfitto è il premio.
L’ Olympic vi dà le uova. Stà a voi battere chi stà seduto di fronte o i vicini di tavolo.
Avete capito? Spiego meglio.
A turno i giocatori impugnano il proprio uovo bollito e lo cozzano contro quello dell’avversario, prima “de ponta” (con la punta) e poi “de cuf” (la parte più tondeggiante). Perde l’uovo che viene scalfito ad entrambe le estremità. Chi vince si porta a casa lo sconfitto.
L’uovo deve essere colorato: rosso, giallo e verde o, come facevano le nonne, con i metodi naturali: usando bucce di cipolle, fondi di caffè e i germogli della primavera.
Bucce di cipolla, foglie di radicchio, cicoria di prato e fondi di caffè avvolgono l’uovo. Si avvolge tutto con un canovaccio e si mette a bollire. Ecco la “ricetta” tradizionale per per colorare le uova.
Un po’ di olio per farle brillare ed ecco il risultato!
Se volete vedere come si fa guardate il video (in ladino)
La sfida di pechenèr inizia in casa, durante la prima colazione. Una sorta di selezione per decidere qual’è l’uovo più resistente. Quello che merita di arrivare in piazza a sfidare il resto del paese. Vale la pena fare un salto a Campitello o al bar Penia, alla fine della val di Fassa, per vedere quanto i valligiani prendano sul serio questa battaglia.
La leggenda vuole che ai più esperti, forgiati da molte pasque, basti battere leggermente un uovo contro gli incisivi per capire se sarà un campione.
Anche sull’ impugnatura dell’uovo ci sono molte storie e diverse scuole di pensiero. L’uovo si regge con la mano a pugno, con tutte le dita, solo con i polpastrelli ecc… Pechenèr è un’arte, con i suoi segreti che vengono tramandati di generazione in generazione. Potreste provare a chiedere al nonno Carlo se vi da qualche dritta.
Si dice che in alcune delle famiglie più tradizionali, per tenere alto il blasone del clan, le galline di casa alcuni mesi prima di pasqua seguono una dieta particolare per rendere il guscio resistente.
Come in ogni sfida anche nel pechenèr c’é chi cerca di barare. Gli aneddoti si perdono nella leggenda con uova riempite di gesso, sassi colorati, uova di legno. Cercate di fare attenzione!